Si sente parlare di nuoto, nel modo Paralimpico, per la prima volta nel 1960 alle Paralimpiadi di Roma. Come ben sappiamo si distinguono diversi stili: stile libero, dorso, rana farfalla e misto e nelle competizioni ufficiali le distanze da percorrere sono varie sia per singolo sia per la staffetta. Pur essendo uno sport inclusivo, le competizioni agonistiche, sono suddivise per: sesso, età e categoria di appartenenza in base alla disabilità dell’atleta.
Il regolamento tecnico è disciplinato dall’IPC Swimming ed integra le norme della Federazione internazionale di nuoto (FINA). In Italia, l’organizzazione e la regolamentazione dell’attività natatoria paralimpica per quanto concerne la disabilità fisica è a cura della FINP; per quanto riguarda la disabilità intellettiva reazionale si consulta la FISDIR. Le gare ufficiali che sono: Campionati regionali, Campionati nazionali, Campionati europei, Campionati mondiali, Giochi paralimpici; in cui non è consentito l’utilizzo di protesi o supporti vari.
Le categorie, in base alla disabilità, sono le seguenti:
- Gli atleti con una perdita significativa della massa e potenza muscolare e/o del controllo delle gambe, delle braccia e delle mani appartengono alla categoria S1 SB1. Questi atleti molte volte necessitano di una carrozzina per muoversi normalmente.
- Gli atleti tetraplegici o con problemi discreti di coordinazione, che basano le loro performance principalmente sulla forza delle loro braccia appartengono alla categoria S2 SB1.
- Gli atleti con: arti superiori e inferiori amputati, disabilità importanti alle braccia e poco controllo di tronco e gambe oppure con gravi problemi di coordinazione appartengono alla categoria S3 SB2.
- Gli atleti con disabilità visive si collocano nella categoria S11 (totalmente ciechi) o S12/S13 (ipovedenti). Questi atleti indossano occhialini oscurati e le loro virate vengono segnalate da un assistente.
- Gli atleti con disabilità intellettiva e/o relazionalerientrano nella classe unica S14.
- La categoria C21comprende gli atleti con sindrome di down.
Nelle competizioni o allenamenti non agonistici si distinguono supporti specifici a sostegno degli sportivi come:
- Supporti galleggianti: essi vengono utilizzati quando lo sportivo non riesce a mantenersi a galla. In questo caso si utilizzano tute galleggianti oppure anelli gonfiabili che vanno a sostegno della testa e delle braccia
- Supporti per atleti S11/12/13: si tratta di vere e proprie guide fisiche che spiegano i movimenti da eseguire allo sportivo direttamente in acqua. Si utilizzano anche linee dai colori vivaci per delimitare le corsie e il bordo piscina. Per avere una maggiore concezione dello spazio, questi sportivi, attuano delle strategie come: conta delle bracciate, campanelli che indicano l’arrivo dall’altro lato della piscina dispositivi elettronici che consentono una comunicazione diretta tra allievo e guida oppure “tapper” assistenti che usano aste con la punta in gomma (dispositivo utile per far capire all’atleta quando virare).
- Rampe e sollevatori: per gli atleti in carrozzina le piscine presenteranno di solito due sistemi. Una serie di rampe che permettono l’avvicinamento della sedia a rotelle al bordo della piscina oppure sollevatori i quali permettono allo sportivo di essere trasferito dalla sedia alla piscina.
- Altri accessori utili per questi sportivi sono: protesi di gomma, bracci alati per backstrokes, cinture e fibbie usate per legare le gambe e mantenere stabile il galleggiamento in acqua.
Dopo queste informazioni perlopiù tecniche vorrei mettere un focus sui benefici del nuoto. Esso è vantaggioso sia a livello fisico, legato al movimento in sé, sia a livello psico-sociale, perché dona agli atleti una conseguente auto-realizzazione ed autostima. Il nuoto infonde carica soprattutto a livello motivazionale; in più vi sarà un incremento anche di diverse capacità come: apprendimento, concentrazione, comprensione, adattamento e relazione con gli altri. Con il miglioramento di questi aspetti vi sarà anche un incremento della fiducia in sé stessi.
Il nuoto favorisce tutto ciò che hai citato e, per l’esperienza personale con mia figlia, la capacità di apprendimento e di autodisciplina va alle stelle!!
Ciao Laura,
Mi fa piacere, che hai letto il mio articolo.