Come la maggioranza degli sport per persone con disabilità , il tiro con l’arco, comincia originariamente come attività di riabilitazione e ricreazione. Questa disciplina rafforza e sviluppa parecchi muscoli e richiede coordinazione, senso dell’equilibrio, destrezza e concentrazione, qualità che vengono incrementate con la pratica costante.
Il tiro con l’arco è uno sport di particolare concentrazione. E’ praticato da atleti con disabilità fisica (incluse le lesioni cerebrali, spinali, gli amputati e les autres) che vengono classificati in 3 classi funzionali. Vengono svolte gare individuali ed a squadre per atleti in carrozzina e deambulanti. Gli arcieri tirano ad un paglione, contraddistinto da 10 zone di punteggio, da diverse distanze.
E’ governato dall’IPC attraverso l’ International Paralympic Archery Committee che segue le regole della FITA con piccole eccezioni e modifiche. Attualmente è praticato da 37 nazioni ma il numero sta aumentando sempre più. Il tiro con l’arco ha esordito in occasione dei Giochi Paralimpici di Roma del 1960. L’obiettivo è quello di colpire con le frecce un bersaglio delimitato da 10 anelli concentrici il cui valore cresce di punteggio a mano a mano che dall’esterno si arriva verso il centro del bersaglio. Nelle competizioni all’aperto il bersaglio è posizionato a distanze differenti che vanno dai 30 ai 90 metri, in ogni caso, nelle competizioni paralimpiche è usata solo la distanza di 70 metri. Nelle competizioni al chiuso, le distanze sono di 18 e 25 metri. La grandezza del bersaglio varia a seconda della distanza. Alle distanze maggiori, esso ha un diametro di 122 cm, mentre alla distanza di 18 metri ha un diametro di solo 40 cm. Le competizioni di arco includono gare individuali ed a squadre.
Gli atleti disabili seguono le regole FITARCO (Federazione Italiana Tiro con l’Arco): l’obiettivo è colpire con più accuratezza possibile, attraverso delle frecce, un bersaglio dal diametro di 122 cm, posto ad una distanza variabile. Esistono la specialità individuale e quella di squadra. Il tiro con l’arco è molto diffuso tra i disabili fisici, che sono tesserati normalmente dalle società sportive per normodotati, raggiungendo anche grandi risultati.
Da qualche anno sta prendendo piede anche il tiro con l’arco per non vedenti. Il fatto può sembrare incredibile, ma questi atleti riescono benissimo a centrare il bersaglio con l’aiuto di una guida e di un “mirino tattile” collegato al polso, che emette un suono quando l’arco è nella posizione corretta.
Tiro con l’arco: la storia della FITARCO
Anche se l’Unione Arcieri Italiani (ACI) – costituita a Milano negli anni Venti – era stata nel 1931 una delle fondatrici della Federazione internazionale (FITA), di un organismo che coordinasse l’attività arcieristica in Italia si può parlare solo quarant’anni più tardi. La nuova Federazione venne infatti fondata a Milano il 17 dicembre 1961 ad opera delle cinque Compagnie operanti all’epoca, e venne chiamata Federazione Italiana Tiro con l’Arco. Dopo aver ricevuto dal CONI la qualifica di “sport tutelato” (16 marzo 1967), una decina di anni più tardi, il 22 dicembre 1971, la nuova Federazione viene ammessa nell’ambito del Comitato Olimpico come “sport riconosciuto”. Il 14 luglio 1973 la FITARCO divenne Federazione “aderente” ed il 18 gennaio 1978 “effettiva” nel corso del 51° Consiglio Nazionale del CONI. Le sedi federali: dal 1961 al 1987 Milano, quindi Roma.
Come e chi posso contattare per organizzare un corso per i Paz del centro dove lavoro? Sono una fisioterapista e il centro si chiama centro de Nicola della provincia di Benevento grazie