La disabilità ieri
Storicamente la persona con disabilità ha sempre avuto bisogno di qualcuno per potersi organizzare, per muoversi, lavorare. La mancanza di idee innovative sotto l’aspetto pratico portava la persona a convivere con le proprie difficoltà, quasi isolandolo dalla società e facendolo sentire diverso dagli altri sul piano culturale e operativo.
Si pensi alla meccanica delle prime sedie a rotelle e alla loro struttura: grandi, pesanti, macchinose da trasportare e poco pratiche. Col tempo sono state proposte carrozzine più leggere, pieghevoli, realizzate con nuovi materiali come l’alluminio, il carbonio, la plastica e il silicone. Queste novità hanno contribuito non poco ad abbattere molte barriere culturali soprattutto perché permettevano alla persona in difficoltà di essere più mobile, di recarsi in spiaggia senza che altri dovessero fare enormi sforzi fisici per trasportare il disabile e la sua carrozzella.
Decenni addietro lavare una persona anziana o con palesi difficoltà motorie era una vera e propria impresa che comportava anche diversi sforzi fisici e mentali: spesso erano necessarie più persone e spazi più grandi per aver agio nelle movimentazioni.
A metà del secolo scorso pensare di salire le scale per un malato grave era impensabile e questa condizione, anche a livello sociale era fortemente penalizzante. Un chiaro esempio erano le scuole, dove spesso le persone con un handicap erano messe a parte perché era per loro impossibile accedere a determinante aule o laboratori.
Per un disabile la comunicazione rappresenta un aspetto determinante e spesso il problema che affligge la persona coinvolge proprio tale funzione. Fino a qualche anno fa era talvolta impossibile comunicare con un disabile qualora la disabilità affliggesse anche l’apparato fonatorio, e la persona si manifestava con versi e suoni spesso incomprensibili. Una richiesta di impellente urgenza, oppure un bisogno imminente, poteva non esser capita e creare ancor più disagio.
Si provi a pensare ad una disabilità dovuta alla sordità o alla cecità: le tecnologie del tempo in materia, seppur rudimentali, davano qualche spiraglio di speranza ai soggetti colpiti, ma l’handicap non veniva certo cancellato.
La disabilità oggi
Tutto quanto espresso nel paragrafo sopra oggi è mutato, registrando un notevole miglioramento delle condizioni di vita grazie alle innovazioni tecnologiche e alle loro applicazioni, che nel corso degli ultimi decenni si sono proposte in maniera determinante e incisiva, contribuendo non poco al mutamento dell’aspetto culturale.
Oggi il disabile è posto nelle condizioni di poter reggere il confronto con le persone normalmente dotate, grazie a strumenti in grado di sopperire alle barriere architettoniche presenti ma anche alla loro disabilità.
Le protesi, mero frutto della ricerca tecnologica spinta, permettono di compiere vere e proprie imprese sportive, ma fino a qualche anno orsono questa soluzione era considerata pura fantascienza o riservata solo a pochi.
Anche lo sviluppo delle carrozzelle ha portato il disabile ad un maggior grado di indipendenza: nuovi materiali ma anche novità dal punto di vista della movimentazione. Oggi non è più richiesto il contributo in spinta di un’altra persona, ma grazie alla movimentazione elettrica comandata da un piccolissimo joypad o da una pulsantiera, il portatore di handicap è capace di organizzare in autonomia gli spostamenti anche in città.
Montascale, elevatori, scale mobili sono innovazioni che hanno consentito l’abbattimento delle barriere architettoniche, consentendo, anche in luoghi pubblici, una maggiore integrazione sociale della persona, a partire dagli edifici scolastici.
Anche in ambito comunicativo la tecnologia ha portato a risultati strabilianti negli ultimi tempo. Oggi chi ha difficoltà ad esprimersi, lo può fare meglio con lo sguardo grazie all’impiego di tablet e sistemi elettronici molto speciali che solo in questi ultimi anni hanno visto la luce, interagendo con il viso del soggetto.
Oggi una persona cieca o sorda può ricevere un contributo determinante dalla tecnologia, la quale consente anche di recuperare parte della vista e buona parte dell’udito (in alcuni casi interamente).
Disabilità significa anche questo e non necessariamente difficoltà motorie. La ricerca continua, gli studi, i test e gli sviluppi ulteriori vengono svolti anche con questo orientamento.
Conclusioni
Se la disabilità ieri era molto condizionante, costringendo la persona a convivere per la vita con un determinato stato psico fisico, oggi non è più così e la persona può evolvere e migliorare il proprio stato socio-culturale per merito del progresso tecnologico che agisce con il preciso obiettivo di migliorare la vita alle persone. Scoperte in ambito elettronico, così come nei materiali, facilitano anche un cambiamento radicale della mentalità e della cultura. Anche se non ancora totalmente avvenuto, gli sviluppi successivi porteranno sempre più ad avere una condizione sociale e fisica sempre più simile alle persone normodotate, riducendo le diversità e le capacità fisiche e mentali che sono state coinvolte nella disabilità.
Tutto vero , però c’è ancora troppa differenza tra chi ha possibilità economiche e chi dipende solo da servizi e sanità pubblica
In un era di forti tagli e privatizzazioni il rischio di gravi regressi è dietro l’angolo