Bolzano è spesso considerata un modello di accessibilità, e lo affermo con cognizione di causa. L’architettura della città, i mezzi pubblici, le strutture turistiche: tutto è progettato per garantire un’alta qualità della vita anche alle persone con disabilità. Eppure, esistono lacune significative che compromettono questa immagine di efficienza. Una di queste, forse la più sorprendente, riguarda il servizio taxi per le persone con disabilità.
Il problema: carenza di taxi accessibili
Consideriamo un esempio concreto. Una persona con disabilità al 100%, che non può alzarsi dalla carrozzina, decide di intraprendere un viaggio. Potrebbe trattarsi di una vacanza al mare o di un impegno lavorativo fuori città. Decide di prendere il treno, poiché non può guidare. Tuttavia, c’è un ostacolo: il treno parte alle 5 del mattino.
A Bolzano, una città con una popolazione di circa 120.000 abitanti, a quell’ora non esiste un taxi con pedana disponibile. Semplicemente, il servizio non è attivo.
Riflettiamo un momento: una città che si vanta di essere all’avanguardia nell’accessibilità si perde in un dettaglio così fondamentale. Un dettaglio che, però, fa la differenza tra il poter viaggiare o rimanere bloccati a casa. Non si tratta di un capriccio, ma di un diritto negato.
Numeri e contraddizioni
Secondo il rapporto ASTAT “Presidi sociali – 2022”, a fine 2022 nelle 306 strutture socio-assistenziali della provincia erano assistite 6.794 persone, con il settore anziani che contava il maggior numero di utenti (4.386). Tra i servizi disponibili per le persone con disabilità, la maggiore quota di utilizzo riguardava i centri diurni (93,9%).
Questi dati ci dicono che Bolzano investe molto nei servizi socio-assistenziali e nell’accoglienza di persone con disabilità. Ma allora, com’è possibile che in una città di 120.000 abitanti ci siano così pochi taxi accessibili? Non ha senso avere un sistema di inclusione ben strutturato se poi, nella vita quotidiana, ci si scontra con barriere assurde come la mancanza di trasporti adeguati.
Un confronto impietoso
Se osserviamo altre città italiane, la differenza è evidente. Milano, Firenze, Roma: tutte offrono servizi taxi accessibili anche nelle ore notturne e all’alba. Certamente non sono perfette, ma almeno forniscono delle opzioni. Bolzano, invece, su questo fronte sembra essere rimasta indietro.
Eppure, basterebbe poco per risolvere il problema. Non sono necessari grandi investimenti o rivoluzioni logistiche. Servirebbe solo la volontà di affrontare la questione e di trovare soluzioni pratiche.
Il paradosso del radio taxi notturno
Un altro problema correlato è il servizio di radio taxi nelle ore notturne. Se si tenta di chiamare dopo una certa ora, risponde una voce registrata. E basta.
Nel 2025, con tutta la tecnologia a nostra disposizione, questa è una situazione inaccettabile. Basterebbe poco per creare un servizio attivo 24 ore su 24, magari sfruttando lo smart working. Ci sono molte persone che potrebbero lavorare da casa gestendo le chiamate dei taxi, organizzando turni e garantendo un servizio umano invece di una fredda segreteria telefonica.
Se mi chiedessero: “Vuoi lavorare in smart working per il servizio taxi di Bolzano?”, accetterei immediatamente. E come me, sono certo che molte altre persone sarebbero disposte a farlo.
Vogliamo davvero essere un modello?
Bolzano è un gioiello in termini di accessibilità, lo ribadisco. Le infrastrutture, i trasporti pubblici, i percorsi pedonali, i servizi per i cittadini con disabilità: tutto è pensato nei minimi dettagli.
Ma quando si parla di servizi essenziali, come i taxi accessibili a qualsiasi ora, la città sembra priva di sensibilità e attenzione. È un paradosso che non possiamo ignorare.
Se vogliamo davvero essere un modello, dobbiamo smettere di chiudere gli occhi di fronte a questi problemi. È necessario un cambiamento, e serve subito.