Oltre alla Bandiera Arancione del Touring il paese di Malcesine sul Garda ha conquistato il «passaporto» di accessibilità per persone con disabilità: lo hanno verificato direttamente la giornalista Valentina Tomirotti e il conduttore radio Diego Passoni.
Test superato. Malcesine, perla affacciata sul lago di Garda, ha conquistato oltre alla Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, riconoscimento di qualità turistico-ambientale, anche il passaporto di paese accessibile. Valentina Tomirotti, giornalista e blogger, e Diego Passoni, conduttore di Radio Deejay, hanno verificato prendendo parte per un weekend a «Va’ dove ti porta il Touring», iniziativa di promozione dei borghi di eccellenza della penisola, che la dichiarazione di (quasi) assenza di barriere del paese in provincia di Verona fosse veritiera.
Passaporto di accessibilità, vediamo la dichiarazione di Valentina Tomirotti
«Di frequente in Italia si confonde ancora il termine accessibilità con la gentilezza o la disponibilità nel trovare una soluzione. Ma si tratta di due mondi, di due concetti, completamente distinti», spiega Tomirotti, che si muove su carrozzina elettrica.
«Se un hotel, un ristorante, un luogo turistico, si presenta come accessibile, il turista con problemi di mobilità deve poterlo raggiungere e poterci girarci senza problemi. La mia carrozzina, ad esempio, sale al massimo un gradino di cinque centimetri e pesa oltre cento kg, anche con tutta la buona volontà non è possibile spostarla».
La giornalista rivela che da tempo tiene nel bagagliaio dell’auto una rampa mobile. «Viaggio molto per lavoro e spesso anche da sola, piccoli ostacoli possono essere superati in autonomia», racconta. «Questa volta, comunque, la rampa non è stata necessaria, sono riuscita a muovermi tranquillamente per Malcesine, entrare nel Palazzo dei Capitani, prendere la funivia del Monte Baldo per un pranzo in quota.
Purtroppo il meteo sfavorevole non mi ha permesso il giro concordato in barca a vela, non ho motivi per dubitare che sarebbe stata una bellissima esperienza, la Nazionale Paralimpica della Federazione Italiana Vela si allena proprio su quella sponda del lago».
Perché è necessario abbattere le barriere architettoniche?
Con il termine barriere architettoniche si indicano tutti gli ostacoli (scale, porte strette, marciapiedi senza rampe) che non permettono la completa mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita, temporaneamente o permanentemente. La loro presenza può impedire, a quanti hanno difficoltà motorie o sensoriali, di uscire da casa, di andare a scuola o al lavoro, di stare con gli altri. Ridurle garantirebbe un miglioramento del tenore di vita delle persone con disabilità e di coseguenza anche della società che li circonda.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto a partire dal 2001 l’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), facendo riferimento ad un modello biopsicosociale della disabilità: le barriere sono gli ostacoli e le caratteristiche, anche culturali, dell’ambiente esterno che, in interazione con le menomazioni funzionali e psicofisiche della persona, ne impediscono la piena inclusione e quindi ne determinano la disabilità.
La Convenzione ONU dei diritti delle persone disabili infine va oltre e fa riferimento al concetto più completo di barriere, nel senso di ostacoli di qualsiasi natura che impediscono la realizzazione dei diritti umani.
In Italia, rispetto alle barriere architettoniche, si è sviluppata un’ampia normativa. Attualmente abbiamo tre strumenti normativi principali per il loro superamento: la Legge 13/89, che determina sia gli obblighi di superamento delle barriere negli edifici privati, sia i contributi per i lavori di abbattimento delle stesse negli edifici costruiti prima del 1989; il Decreto Ministeriale 236/89 e DPR 503/96, che dettano le disposizioni tecniche per rendere accessibili, fruibili e visitabili gli edifici privati il primo e i pubblici il secondo anche alle persone con disabilità.