Ci sono gare che rimangono impresse nella memoria per il tempo che hai fatto, per la fatica che hai sentito o per la bellezza del percorso. E poi ci sono gare che si imprimono nel cuore per il significato che assumono, per le difficoltà affrontate e per la voglia indomabile di non mollare mai. La Romeo&Giulietta RUN Half Marathon è stata proprio una di queste.
L’inizio perfetto e il destino beffardo
Sin dalla partenza, sentivo che sarebbe stata una giornata speciale. L’adrenalina scorreva nelle vene, le braccia (e il cuore) erano pronti a dare tutto. Sapevo di stare bene, di poter chiudere questa mezza maratona in 1h10 minuti, un tempo che sarebbe stato il giusto riconoscimento per il lavoro fatto. Ma la strada, come spesso accade, aveva in serbo un imprevisto.
Al terzo, forse quinto chilometro – non ricordo con precisione, perché in certi momenti il tempo perde di significato – la carrozzina si è rotta. Un attimo. Un respiro trattenuto. Poi, due strade davanti a me: fermarmi o andare avanti comunque. E non ho avuto dubbi.
Perché la testa è tutto. Perché il corpo può cedere, la strada può metterti alla prova, ma se dentro hai quella scintilla, quella voglia di non mollare, allora niente e nessuno può fermarti.
L’importanza di non mollare
Da quel momento la gara è cambiata. Non era più una questione di tempo, ma di volontà, di orgoglio, di resistenza. Ogni chilometro successivo è stato un duello tra la frustrazione per l’imprevisto e la determinazione a non lasciare che fosse lui a decidere per me.
Le braccia spingevano, la testa comandava, ma il cuore faceva la differenza. Volevo finire, volevo dimostrare a me stesso che anche quando tutto sembra remare contro, c’è sempre un modo per arrivare al traguardo. E così ho fatto.
Non è stato il tempo che avevo in mente. Non è stata la prestazione che avrei voluto. Ma ho chiuso comunque sotto le due ore, e considerando tutto, è stata una piccola vittoria personale.
Una festa, non solo una gara
Se c’è una cosa che mi porto dentro di questa giornata è la grandezza dell’evento, la magia di Verona, il calore della gente. Migliaia di persone lungo il percorso, che con un semplice “Forza!” mi hanno regalato quell’energia in più per continuare.
Voglio dire grazie all’organizzazione per aver reso questa gara una vera e propria festa dello sport. Grazie a Cesare Monetti, al Comune di Verona e a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento. Un momento speciale è stato anche l’incontro con il Sindaco Damiano Tommasi, a cui ho avuto il piacere di regalare il mio libro, Il vento sulle braccia.
Guardare avanti: Roma-Ostia nel mirino
Le gare non finiscono mai, e nemmeno la voglia di superare i propri limiti. Ora la testa è già alla Mezza Maratona Roma-Ostia del 2 marzo. Roma, il mare, un’altra sfida da affrontare con cuore, testa e braccia.
Sperando che la carrozzina, questa volta, decida di fare il suo dovere fino alla fine. Ma qualunque cosa accada, una cosa è certa: non mollerò mai.
Sempre dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo.
Uno è questo