Una sconfitta che non spegne i sogni: pronti a riscrivere il destino a Genova

Il tutto è rimandato a Genova. Ieri, 6 aprile, si è svolta la penultima partita di campionato Serie A2 del Campionato Nazionale di Powerchair Hockey e sono tornato nuovamente a Udine per disputare una nuova sfida del Campionato di Serie A2 di Powerchair Hockey con la mia squadra, i Tigers Bolzano, contro i Falcons. Ogni volta che entro in campo provo un’emozione incredibile, quella scarica di adrenalina e passione che mi fa sentire più vivo che mai. Giocare a hockey in carrozzina elettrica è qualcosa di unico, un’esperienza che, nonostante gli anni, continua a sorprendermi e a regalarmi motivazioni sempre nuove.

Arriviamo al palazzetto e sentiamo subito l’aria della competizione: il brusio degli spettatori, le carrozzine che sfrecciano durante il riscaldamento, l’incoraggiamento reciproco con i miei compagni. Sono momenti semplici, apparentemente ordinari, ma che racchiudono tutta l’essenza dello sport, quello vero, fatto di condivisione, amicizia e grinta.

Il fischio d’inizio arriva puntuale e la concentrazione diventa massima. La partita si rivela subito difficile, con i Falcons che partono molto determinati e riescono a metterci sotto pressione. Noi cerchiamo di mantenere la calma, di organizzare le nostre strategie, di sfruttare al massimo ogni occasione. Ma il match si complica velocemente e ci troviamo presto a rincorrere il risultato.

Durante la partita, mentre guido la mia carrozzina sul campo, sento tutta la responsabilità della sfida, la voglia di dare il massimo per la mia squadra e per coloro che ci seguono. Ogni azione, ogni tiro, ogni passaggio, richiede una lucidità e una precisione straordinarie, che si fondono con la velocità della carrozzina e l’intensità del momento. Nonostante gli sforzi e la determinazione, alla fine la vittoria va ai Falcons.

È sempre difficile digerire una sconfitta, specialmente dopo aver dato tutto, ma nello sport – e nella vita – le sconfitte sono insegnamenti preziosi. Tornare a Bolzano con una sconfitta fa male, ma non abbatte la nostra voglia di lottare, anzi, la rafforza. So bene che il campionato non finisce qui, e la strada verso la salvezza è ancora aperta. Ci attende un ultimo appuntamento decisivo il 26 aprile a Genova, una partita che può segnare il nostro futuro e che sicuramente affronteremo con tutta la forza, l’energia e la determinazione che abbiamo dentro.

In questi momenti, quando la delusione rischia di prendere il sopravvento, penso sempre al mio percorso, ai sacrifici fatti per arrivare fin qui, a tutte le volte che ho saputo rialzarmi e ripartire. Penso soprattutto alla bellezza di poter praticare questo sport, che mi ha dato così tanto, sia dal punto di vista umano che personale.

Ora però, è importante concedersi un po’ di relax per ricaricare le energie fisiche e mentali. Non posso permettermi di fermarmi troppo a lungo: tra poche settimane sarò di nuovo in pista, ma stavolta non per l’hockey, bensì per la maratona di Rimini. Una nuova sfida che affronterò con la mia carrozzina manuale, pronto a mettere ancora una volta in gioco me stesso, spingendo oltre i limiti e oltre il traguardo.

Mi piace alternare queste due grandi passioni, perché mi aiutano a mantenere viva la motivazione e a ricordare quanto sia importante superare ogni barriera, fisica e mentale. La maratona sarà un’altra occasione per dimostrare che nulla è impossibile se affrontato con impegno, coraggio e, soprattutto, cuore.

Per ora, torno a casa con la consapevolezza che ogni partita, ogni sfida, ogni traguardo è parte di un percorso più ampio che mi porta a crescere continuamente. Il 26 aprile saremo di nuovo lì, pronti a lottare per la nostra salvezza, con la determinazione di chi sa che “non si molla mai nulla”.

Un ringraziamento speciale va a tutti i volontari e agli autisti che, grazie alla loro preziosa collaborazione, ci permettono di svolgere questo splendido sport.



 

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